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Ciao, sono Erika una ragazza piena di sogni

  • Immagine del redattore: Erika
    Erika
  • 14 ott 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 dic 2024

I miei genitori mi hanno chiamata Erika, ma a Firenze ormai tutti mi conoscono come Missinflorence; io mi definisco una ragazza piena di sogni.

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Prima di Missinflorence c’era una ragazzina un po’ spaventata dalla strada da prendere per realizzare i suoi sogni.

Quella ragazzina, classe 1987, nata e cresciuta tra le torri di San Gimignano, nel 2017 scriveva sotto l’hastag #erikavitadadottoranda e dopo un pazzo viaggio on the road negli Stati Uniti ha deciso di trasferirsi a Firenze e di iniziare a scrivere sul serio. Un bel punto e virgola alla vita precedente ed è iniziata l’avventura.


Sono stata una ragazzina con tante paure: di prendere decisioni, di ferire le persone che avevo intorno a me, di sbagliare. Da quando quella ragazzina spaventata non mi segue più ovunque, un po’ mi manca perché ci sono tante cose che vorrei dirle: di stare tranquilla, di non avere paura, di sbagliare perché tanti errori si sono trasformati in ricordi e sono capitoli delle pagine della sua vita, pagine di un libro che sto davvero scrivendo.


Da piccola avevo un altro soprannome: a San Gimignano mi chiamavano “la principessa”, ma presto si sono accorti che ero una ribelle curiosa.

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Ho sempre un grande entusiasmo per fare, scoprire e provare cose nuove, ma non riesco a non esprimere quello che penso e se, raramente mi trattengo, mi escono i sottotitoli dagli occhi.


Mi piace vivere ogni giorno non come se fosse l’ultimo ma come se fosse il primo, come se tutto fosse una scoperta, a volte con un pizzico di quell’ingenuità che non voglio perdere e che mi caratterizza e che forse è l’unico tratto della ragazzina che ero che mi è rimasto. Non perdo mai speranza, tenacia e convinzione che tutto si può superare; oppure, si può sempre mettere un punto e virgola e ripartire. Quante volte ho detto punto e virgola? Per non dimenticarmelo mai me lo sono tatuato sul polso, in netta prosecuzione della mano con cui scrivo con un carattere un po’ antico, quello della macchina da scrivere Lettera 22 della Olivetti.


Quando mi guardo dentro mi sembra di avere un’anima che appartiene ad un’altra epoca, ma non solo l’anima: mi sporco spesso le mani di inchiostro perché ho bisogno di scrivere con la penna, di scrivere, riscrivere, scarabocchiare partendo da un’idea netta e precisa e poi seguire le montagne russe dei miei pensieri.


Attraverso la scrittura riesco a scoprirmi un po’ giorno per giorno e non smetto mai di tirar fuori qualcosa di me a mia insaputa anche quando racconto una storia che all’inizio penso non mi riguardi.


Non ho mai pensato che trovare la mia voce sarebbe stato facile perché quando si scrive si perde un po’ quell’innocenza che ci caratterizza, che mi caratterizza e forse quell’innocenza ho deciso di perderla davvero quando #erikavitadadottoranda era sull’aereo che la portava negli Stati Uniti.

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In quelle ore, con una penna e un quaderno in mano, ho pensato che avrei davvero dovuto iniziare a scrivere, tentare di non lasciarlo come sogno nel cassetto ma di farlo diventare una professione e così ho fatto.


Ed eccomi qui, Erika, Missinflorence (e nel mondo), la ragazza piena di sogni, in qualunque modo mi chiamerete per strada o sui social io vi risponderò e vi terrò, spero, compagnia con i racconti dei miei viaggi, dei ristoranti che proverò e delle esperienze che farò.




 
 
 

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