Una piccola #missno
- Erika
- 25 gen
- Tempo di lettura: 2 min
Confesso che prima di chiamarmi Missinflorence il nome più adatto per me sarebbe stato #missno
Proprio così e so che può sembrare difficile oggi crederci ma “no” per tanto tempo è stata la parola che mi ha accompagnata nella mia quotidianità.
Ero odiosa, prima dicevo di no con gli occhi e poi con l’aria stizzita pronunciavo in modo impertinente questo due lettere, secche e di ghiaccio.
Non c’era una ragione o una presa di posizione a priori, se non mi andava di fare qualcosa lo dicevo. Mi isolavo e ne ero consapevole. È stato proprio in questi momenti, in questi spazi tutti per me che ho iniziato a pensare e a scrivere. Prima poesie, poi piccole storie inventate. Sogni che avrei voluto realmente vivere e in cui ancora non avevo il coraggio di buttarmi.
Vedevo intorno a me tante persone che sprecavano il loro tempo in inutili sì e trovavo rifugio nei miei confortevoli no. Il tempo è davvero prezioso, non ci sono copioni o scene che possiamo girare di nuovo. Buona la prima, ogni singolo giorno, ogni singolo istante, ogni singola parola. Possiamo solo cancellare quello che scriviamo, ma mai quello che pensiamo.

“Vuoi uscire con me?”. Ho risposto così tante volte di no che alle fine non mi veniva più chiesto.
Non era un problema.
Quando ho seriamente detto di no la mia vita ha preso un altro colore, il piccolo bruco che era racchiuso nel suo bozzolo ha spiccato le ali ed è partito alla scoperta di sé stessa.
Spesso ho ferito, e continuo a farlo, chi ho intorno perché quando dico di no il tono che avevo da bambina torna a farmi compagnia, anzi è come se avesse vita propria, decide lui quando e come fuoriuscire dalle mie labbra.
Non è cattiveria, presunzione, è prima di tutto rispetto per me. Cogliere l’attimo per me non ha mai significato buttarmi in pasto al primo che passa o afferrare qualunque cosa senza assaporarla, ma essere pronta a vivere quell’occasione che mai più potrebbe ripetersi. Come riesci a vederla se sei impegnato ad arraffare senza gusto tutto ciò che ti passa davanti? Alla collezione ho sempre preferito la selezione. Non so se sia stato un bene o un male ma quando dico “sì” deve essere per qualcosa che mi fa stare davvero sentire completa e apposto con me stessa.
Anche adesso quando mi viene detto: ma prova, che ti frega? Chi lo viene a sapere? Proprio in quell’istante la vocina di quella bambina torna a farsi sentire e nonostante sia una vocina piccola, piccola, lieve, lieve riesce ancora a darmi quei secondi di tempo per pensare se ciò che ho davanti è davvero quello che voglio.
So che siete curiosi di sapere quali sono i no più frequenti perché anche oggi, altra piccola confessione, ammetto che ne dico. Ma la risposta è NO! Magari non con la voce stizzita ma con un sorriso.
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